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Libro SCIENZE - Gruppo Tecnica

Connessioni


ethernet

E' il tipo più diffuso di rete locale che esista al mondo. 
La natura generale di qualsiasi LAN (Local Area Network - rete locale), e quella di Ethernet in particolare, 
è di consentire il libero colloquio con qualsiasi macchina collegata e di trasmettere la stessa informazione 
contemporaneamente a tutte le macchine in ascolto (broadcasting).
La sua storia ha inizio nei primi anni Settanta presso il Palo Alto Research Center (parc), il laboratorio 
di ricerca di Xerox, per opera di Robert Metcalfe e David Bloggs.
Nel 1982 lo standard iniziale fu sostituito dalla versione 2.0, detta anche Ethernet II oppure dix 
(Digital, Intel, Xerox) che costituisce ancora oggi uno standard di riferimento per numerosi impianti.
Il passaggio finale fu affidarne la standardizzazione a un ente al di sopra delle parti. Il ruolo di arbitro 
fu affidato all'Institute of Electrical and Electronics Engineers (ieee). 
La sua prima formulazione ufficiale risale al 1983 con la pubblicazione del documento ieee 802.3 in cui si 
definiscono le specifiche elettriche e fisiche per una rete Ethernet a 10 Mbit per secondo su cavo coassiale. 
Successivamente il documento è stato perfezionato con l'aggiunta di versioni capaci di funzionare anche 
su cavi di tipo differente e a velocità diverse (1 Megabit per secondo, 100 Megabit per secondo e 1 Gigabit 
per secondo).

Il sistema di trasmissione 
Ethernet usa un solo cavo per collegare decine di stazioni di lavoro, ciascuna delle quali riceve
contemporaneamente tutto quel che passa sulla rete, mentre solo una stazione alla volta ha la facoltà di 
trasmettere. Ogni stazione è indipendente e non esiste una singola entità che funzioni da arbitro.
In questo percorso incontrano altri nodi che sono collegati lungo il cavo e che ascoltano tutto quello che 
passa cercando di scoprire se è indirizzato a loro. Ogni messaggio in transito sulla rete (detto anche trama 
o frame, all'inglese, perché composto da una sequenza di bit tra loro combinati) reca al proprio interno 
l'indirizzo di origine e quello di destinazione, perciò ogni macchina lo copia in una piccola porzione di 
memoria (buffer) di cui dispone nella scheda d'interfaccia, legge l'indirizzo di destinazione e, se non 
coincide con il proprio, lo scarta. 
Su cavo coassiale: Ethernet 10Base-2. 
La sigla spiega il funzionamento della rete. 10 indica la velocità di trasmissione teorica massima prevista 
da Ethernet, cioè 10 milioni di bit per secondo. Base è l'abbreviazione di baseband, che si traduce in banda 
base. Il termine indica che il segnale trasmissivo viaggia sulla rete usando un'onda portante che ha una 
sola frequenza, 20 MHz, sulla quale vengono convogliate le informazioni binarie che devono passare da 
un nodo all'altro. La cifra 2 si riferisce alla lunghezza massima del singolo segmento, vale a dire 200 metri.
Il connettore è il BNC (Bayonet Neill-Concelman - connettore a baionetta per il cavo coassiale inventato da 
Neill-Concelman).
Altri nomi con cui le reti 10Base-2 sono conosciute sono Thinnet o Thin Ethernet (perché usano un 
coassiale sottile e thin significa appunto sottile), Cheapernet (perché sono economiche come indicato 
dalla parola cheap) oppure Ethernet su coassiale sottile.
Negli ultimi anni ha cominciato a diffondersi anche una versione a 100 Mbps, chiamata Fast Ethernet.
Su doppino telefonico: Ethernet 10Base-T (Twisted pair). 
Per le reti 10Base-T basta che il doppino abbia due coppie: una per trasmettere e una per ricevere. 
Di solito, però, il cablaggio viene realizzato con un doppino a otto fili (quattro coppie) così da poterlo 
usare per qualsiasi genere di applicazione: collegamento di linea seriale per un terminale (servono otto fili), 
presa per rete Ethernet (bastano 4 fili), presa per rete Token Ring (bastano 4 fili ma sono diversi dai 4 
usati per Ethernet) e via di questo passo. Lo spinotto in plastica (RJ45) usato come connettore in tutte le 
reti che funzionano su doppino, assomiglia allo spinotto usato nei telefoni, ma è più grande perché deve 
contenere otto fili.
Nella rete Ethernet non esiste un arbitro degli accessi bensì un meccanismo in base al quale le singole 
stazioni di lavoro si "autodisciplinano", astenendosi dal trasmettere quando qualcun'altra lo sta già facendo.
La prima azione che qualsiasi scheda d'interfaccia esegue prima d'iniziare a trasmettere consiste 
nell'ascoltare se qualcuno lo sta già facendo, con la rilevazione della portante. 
Nel caso qualcuno stia trasmettendo, sul cavo sarà presente un segnale a 20 MHz su cui viaggiano 
10 Mbit per secondo (codificati con il sistema di Manchester). In caso di "occupato" la workstation desiste 
e tenta di ritrasmettere più tardi.

hub 
La parola hub in inglese significa "perno" con riferimento al centro della ruota.
È un'apparecchiatura che si è diffusa nel mondo delle reti locali nella seconda metà degli anni Ottanta 
e che consente di realizzare un sistema di cablaggio a stella, dove tutte le connessioni provenienti dalle 
workstation di un certo gruppo di lavoro confluiscono verso un centro di connessione che può essere 
attivo o passivo, ma il cui scopo fondamentale rimane quello di creare una connessione elettrica tra tutte 
le macchine che vi sono collegate ed eventualmente altri hub. L'hub viene usato solitamente con doppino 
(schermato e non) e trova impiego nelle reti Ethernet 10Base-T e nelle reti Token Ring dove prende più 
propriamente il nome di MAU (Multistation Access Unit). Il vantaggio dell'impiego di un hub e di un cablaggio 
a stella è che si possono aggiungere e togliere workstation in qualsiasi momento senza interrompere la 
continuità di collegamento delle altre e che eventuali stazioni con schede d'interfaccia guaste possono 
essere isolate automaticamente senza compromettere la connessione di tutte le altre. Inoltre, nel caso 
di alcuni hub, la gestione può essere eseguita a distanza per mezzo di speciali software di controllo 
e monitoraggio. 

   Ultima modifica 06-02-2009

<- Tecnica 
HDMI (pronuncia italiana: /akkaˈdi ɛmmeˈi/; pronuncia inglese: /eɪtʃ diː ɛm aɪ/) Sigla che identifica la High-Definition Multimedia Interface (in italiano, interfaccia multimediale ad alta definizione), uno standard commerciale completamente digitale per l'interfaccia dei segnali audio e video, creato nel 2002 dai principali produttori di elettronica, tra cui Hitachi, Panasonic, Philips, Sony, Thomson, Toshiba e Silicon Image. Lo standard gode anche dell'appoggio dei principali produttori cinematografici quali Fox, Universal, Warner Bros e Disney e degli operatori televisivi DirecTV ed EchoStar (DISH Network), di CableLabs e Samsung. HDMI è la prima interfaccia non compressa completamente digitale a inviare contemporaneamente segnali audio e video; è retro-compatibile con l'interfaccia digitale DVI che è in grado, però, di trasportare solamente il segnale video. A differenza di quanto è avvenuto in passato con altri tipi di interfacce di collegamento, lo sviluppo dell'interfaccia HDMI è tutt'altro che completato: uno dei principi base della nuova interfaccia, fortemente voluto dai produttori, è proprio la sua caratteristica di essere in costante evoluzione, con ogni nuova versione identificata con un numero univoco. La prima versione 1.0 è uscita nel 2002; successivamente, sono arrivati 2 aggiornamenti, 1.1 e 1.2, che hanno progressivamente aumentato la velocità di trasferimento dei dati, introducendo contemporaneamente altre funzionalità. Dal punto di vista dei componenti hardware non è cambiato nulla, infatti il cavo e il connettore sono rimasti invariati, ma è cambiata la gestione software del protocollo di trasmissione. La serie di aggiornamenti è arrivata alla versione 1.4 nel maggio 2009. Per avere un'idea di quali siano stati i progressi compiuti in 4 anni, basti pensare che, mentre HDMI 1.0 era in grado di offrire un bitrate massimo di 4,9 Gb/s, la versione 1.3 arriva fino a 10,2 Gb/s. Nel 2013 è uscita l'HDMI 2.0 che è in grado di trasmettere un segnale video fino a 4K@50/60 (2160p) e supporta 32 canali audio, superando gli 8 dello standard 7.1 ed offre un bitrate massimo di 18 Gb/s. L'HDMI ricorda molto la connessione SCART introdotta negli anni ottanta per collegare le prime videocamere e videoregistratori, utilizzando un'unica presa per collegare qualsiasi periferica audio/video. Anche HDMI può essere utilizzata tra differenti dispositivi audio/video ed è una soluzione adatta (per quanto non unica) al trasporto del segnale di apparecchi digitali come set-top box, lettori DVD e ricevitori satellitari verso schermi anch'essi digitali come LCD, Plasma o videoproiettori. Esistono, tuttavia, anche alcuni modelli di televisore a tubo catodico (quindi ancora analogici) dotati di connessione HDMI per permettere la connessione di sorgenti alta definizione mediante questa interfaccia. L'HDMI oltre a ricordare la SCART è retro-compatibile con il suo predecessore, la DVI (DVI-D o DVI-I, ma non DVI-A), ma a differenza della DVI il connettore HDMI prevede la diffusione sonora, cioè fa si che è possibile utilizzare un adattatore che non riconverte il segnale, ma nonostante ciò alcune specifiche delle versione 1.2, 1.3, 1.4 e 2.0 non sono supportate dalla DVI. Per poter essere accettato dall'industria cinematografica, lo standard HDMI ha dovuto essere dotato di un sistema di protezione dei contenuti, o DRM (Digital Rights Management), chiamato HDCP (High-Definition Content Protection), supportato dalla sua versione 1.1 in poi. Tale tecnologia è stata sviluppata inizialmente da Intel, ed è fornita da una società controllata dal produttore stesso, la Digital Content Protection, LLC. Essa è implementata in tutti i prodotti HD DVD e Blu-ray e si tratta di un meccanismo di codifica che può essere decriptato solo da particolari dispositivi hardware e dovrebbe, quindi, essere più difficile da aggirare da parte dei pirati (in realtà sono già state individuate diverse tecniche per superare tali difese). A ogni modo, per godere a pieno dei contenuti ad alta definizione è opportuno appoggiarsi a questa tecnologia abbinata all'interfaccia HDMI, perché se si utilizzano altre connessioni, come il video component, il segnale potrebbe essere automaticamente degradato (a seconda del livello di protezione impostato) e la qualità dell'immagine risultare molto simile a quella offerta dai tradizionali DVD, rendendo quindi inutile l'utilizzo di sorgenti ad alta definizione. (wikipedia) Ultima modifica 18-12-2014 <- Tecnica
Wi-Fi Abbreviazione di Wireless Fidelity, è un termine che indica la tecnica e i relativi dispositivi che consentono di collegarsi a reti locali senza fili (WLAN) basandosi sulle specifiche dello standard IEEE 802.11. Un dispositivo, anche se conforme a queste specifiche, non può utilizzare il logo ufficiale Wi-Fi se non ha superato le procedure di certificazione stabilite dal consorzio Wi-Fi Alliance (Wireless Ethernet Compatibility Alliance), che testa e certifica la compatibilità dei componenti wireless con gli standard 802.11x (della famiglia 802.11). La presenza del marchio Wi-Fi su di un dispositivo dovrebbe quindi garantirne l'interoperabilità con gli altri dispositivi certificati, anche se prodotti da aziende differenti. Le reti Wi-Fi sono infrastrutture relativamente economiche e di veloce attivazione e permettono di realizzare sistemi flessibili per la trasmissione di dati usando frequenze radio, estendendo o collegando reti esistenti ovvero creandone di nuove. L'architettura internet è del tutto simile ai tradizionali ISP che forniscono un punto di accesso (il PoP) agli utenti che si collegano da remoto. La fonte di connettività a banda larga può essere via cavo (ADSL o HDSL), oppure via satellite. Oggi esistono connessioni a internet satellitari bidirezionali, che consentono alte velocità di trasferimento dei dati sia in download che in upload. La trasmissione satellitare ha, tuttavia, tempi di latenza elevati; il tempo di attesa prima che inizi l'invio dei pacchetti, detto tempo di latenza, è dell'ordine di 1-2 secondi, e quindi un tempo molto grande se confrontato ai pochi centesimi di secondo necessari ad una connessione DSL. A partire dalla fonte di banda, si può espandere la rete attraverso la tecnologia Wi-Fi. L'installazione delle antenne è semplice. Si tratta di antenne piccole: normalmente sono scatolotti larghi circa 20 cm e spessi qualche centimetro, ma possono essere anche più piccole. Le coperture di queste antenne sono fondamentalmente di due tipi: omnidirezionali e direttive. Le antenne omnidirezionali vengono utilizzate di norma per distribuire la connettività all'interno di uffici, o comunque in zone private e relativamente piccole. Oppure, con raggi d'azione più grandi, si possono coprire aree pubbliche (come aeroporti, centri commerciali ecc.). Con le antenne direttive è invece possibile coprire grandi distanze, definibili in termini di chilometri, e sono utili proprio per portare la banda larga nei territori scoperti dalla rete cablata. In questo caso, è possibile aggregare più reti in un'unica grande rete, portando la banda in zone altrimenti scollegate. Le antenne wi-fi generalmente sono parabole poste sui tralicci della corrente elettrica e dietro i campanili (che tipicamente sono i punti più alti nel paesaggio nazionale). Ciò evita un onere elevato per la costruzione di torrette dedicate. Le antenne delle singole case sono poste sui tetti. È importante porre in alto i trasmettitori perché in assenza di barriere in linea d'aria il segnale dell'access point copre distanze di gran lunga maggiori. Le antenne direttive che amplificano il segnale dell'access point, a parità di distanza in cui è ricevibile il segnale, sono utilizzabili da più utenze se poste in alto. Con un access point è possibile coprire con banda larga fino a una distanza di 100 metri teorici (uso domestico) se non vi è alcuna barriera in linea d'aria. In presenza di muri, alberi o altre barriere il segnale decade a 50 metri. Tuttavia, con 2-3 antenne direzionali dal costo ancora inferiore la copertura dell'access point sale a 1 km. Il segnale delle antenne direzionali, diversamente da quello dell'access point, è sufficientemente potente (in termini di Watt di potenza trasmissiva) da mantenere lo stesso raggio di copertura di 1 km, inalterato anche in presenza di barriere in linea d'aria. Una buona rete è capillare (molti access point, antenne che ripetono il segnale) ed è standardizzata. Conta meno lo standard wireless utilizzato (l'evoluzione della tecnologia, col superamento dello standard e mancata interoperabilità con le nuove reti, è un fattore messo in conto nella progettazione delle reti). Protocolli Alcune reti si affidano al protocollo OLSR oppure a OSPF, come il network Wireless Leiden. La maggior parte utilizza software open-source, o pubblica il suo set-up di configurazione sotto licenza open source (come GPL o Creative Commons, di recente riconosciuta da apposita legge in sede UE). Il protocollo HiperLan lavora su frequenze di 2,4 gigahertz e 5,4 gigahertz (nel caso di HiperLan 2), utilizza un software diverso come protocollo e copre un raggio di 2-3 km dall'antenna con potenze d'emissione dell'ordine dei decimi di watt (come quelle dell'antenna di un telefonino). Esistono antenne che lavorano su frequenze del wi-fi e di HiperLan, aumentando in questo modo la copertura. Con una serie di rilanci successivi che mettono in serie un certo numero di antenne HiperLan si coprono fino a 20 km teorici e 11 effettivi. Diffusione Accessi wi-fi sono disponibili in aeroporti, stazioni ferroviarie, internet cafè sparsi per il mondo. In Europa è diffusa la rete dei "Totem Freestation". Esistono anche città, gruppi o singoli individui che hanno costruito reti wi-fi adottando un regolamento comune per garantirne l'interoperabilità (http://www.freenetworks.org/peering.html). Nella wireless community network è disponibile un elenco mondiale delle reti wi-fi. È infine in via di rapida espansione l'iniziativa FON, che punta a costituire una grande community wi-fi mondiale consentendo l'accesso ad internet sia ai membri della stessa community (quando si trovano in viaggio), che ad utenti occasionali, dietro pagamento di un corrispettivo minimo. Le reti civiche italiane Negli ultimi anni, alcune province e amministrazioni comunali hanno avviato progetti per la realizzazione di reti civiche con tecnologia Wi-Fi. Tipicamente le reti realizzate sono di proprietà pubblica, mentre la loro gestione è affidata ad un concessionario privato. Le reti collegano le pubbliche amministrazioni del territorio locale e forniscono un accesso diffuso alla banda larga in quelle zone in cui gli operatori nazionali non intendono investire per via degli alti costi (es. territori montuosi). Prospettive future Per i bassissimi costi della tecnologia, il wi-fi è la soluzione principale per il digital divide, che esclude numerosi cittadini dall'accesso alla banda larga. Wi-fi è usato da anni in tutto il mondo per portare connettività veloce nelle zone isolate e nei piccoli centri. Negli USA (laddove l'UMTS si è rivelato un fallimento, che ha messo in luce l'esigenza di non intervenire solo sui protocolli e sul software, ma di un investimento ben più consistente per aggiornare un'infrastruttura ventennale obsoleta), si è sperimentata anche un'integrazione con la telefonia mobile dove il wi-fi dovrebbe sostituire le vecchie antenne GSM/GPRS/UMTS, con una nuova rete in grado di dare le velocità sperate e i servizi di videotelefonia. Ci sono prospettive di integrare fonia fissa e mobile in un unico apparecchio che con lo stesso numero funzioni da fisso/cordless nel raggio di 300 metri da casa e oltre come un normale cellulare. Grazie al wi-fi, anche i centri più piccoli hanno spesso possibilità di accesso veloce ad Internet, pur non essendo coperti da ADSL. In molti sostengono che i dispositivi Wi-Fi sostituiranno i telefoni cellulari e le reti GSM. Nel futuro più prossimo, costituiscono ostacoli a questo fatto: l'impossibilità del roaming e delle opzioni di autenticazione (802.1x, SIM e RADIUS), la limitatezza dello spettro di frequenze disponibili e del raggio di azione del Wi-Fi. Molti operatori iniziano a vendere dispositivi mobili per accedere a internet, che collegano schede wireless dei cellulari e ricevitori wi-fi per trarre benefici da entrambi i sistemi. Ci si attende che in futuro i sistemi wireless operino normalmente fra una pluralità di sistemi radio. Talvolta, il termine 4G è utilizzato per indicare wi-fi, a causa del fatto che la larghezza di banda e le prestazioni sono analoghe a quelle promesse dagli standard dei telefoni 3G. Sotto questo punto di vista il Wi-Fi è uno standard, sulla carta gratuito, direttamente concorrente all'accesso a Internet tramite GSM e UMTS nelle reti celulari che è invece a pagamento. Vantaggi Molte reti riescono a fornire la cifratura dei dati e il roaming potendosi spostare dalla copertura di un access point ad un altro senza una caduta della connessione internet, al di fuori del raggio di azione che delimita un hot-spot. Diversamente dal cellulare, l'esistenza di uno standard certificato garantisce l'interoperabilità fra apparecchio e rete anche all'estero, senza i costi della cablatura (essendo tecnologia wireless) per una più rapida e facile installazione ed espansione successiva della rete. La presenza di parecchi produttori ha creato una notevole concorrenza abbassando di molto i prezzi iniziali di questa tecnologia. Svantaggi Il tempo di latenza delle schede wi-fi è leggermente superiore a quelle basate su cavo con una latenza massima nell'ordine di 1-3 ms (per cui questo particolare è trascurabile, a differenza delle connessioni GPRS/UMTS che hanno latenze nell'ordine di 200-400 ms). Uno svantaggio delle connessioni wi-fi 802.11a/g può essere la stabilità del servizio, che per via di disturbi sul segnale talvolta può essere discontinua (il segnale può ad esempio essere disturbato da forni a microonde nelle vicinanze che quando sono in funzione disturbano la frequenza operativa di 2,4-2,5 GHz). Secondo alcuni recenti studi, scienziati affermati dichiarano che le radiazioni Wi-Fi sono nocive al nostro organismo, anche perché coincidenti con quelle che nei forni a microonde permettono la cottura dei cibi. Riservatezza La maggior parte delle reti wi-fi non prevede alcuna protezione da un uso non autorizzato. Questo è dovuto al fatto che all'atto dell'acquisto le impostazioni predefinite non impongono all'utente l'utilizzo di nessun metodo di protezione (di conseguenza l'utente medio non le modifica o per ignoranza o per comodità). Questo ha portato al proliferare in zone urbane di un numero considerevole di reti private liberamente accessibili. A volte accade di utilizzare reti altrui senza autorizzazione, se esse hanno un livello di segnale più forte della propria. Questo comporta problemi di sicurezza nel caso vengano trasmessi dati sensibili o personali (numeri di carte di credito, numeri telefonici, coordinate bancarie). I metodi per evitare utilizzi non autorizzati sono nati di pari passo con lo sviluppo di nuove tecnologie e la "rottura" di algoritmi precedenti. Il primo sistema sviluppato è stato il WEP, Wired Equivalent Protocol che però soffre di problemi intrinsechi che lo rendono, di fatto, inutile. È possibile sopprimere la trasmissione dell'SSID di identificazione oppure limitare l'accesso a indirizzi MAC ben definiti, però si tratta di metodi facilmente aggirabili. Per sopperire ai problemi del WEP sono stati inventati il protocollo WPA ed il WPA2 che offrono livelli di sicurezza maggiori. Per avere un livello di sicurezza maggiore è però necessario implementare sistemi di autenticazione ad un livello della pila ISO/OSI superiore. Essi possono essere l'autenticazione basata su radius server, la creazione di tunnel PPPoE o di VPN crittografate. Ovviamente il miglior metodo di protezione rimane contenere la propagazione delle onde radio dove non siano necessarie. Ciò si può attuare limitando via software la potenza di trasmissione oppure utilizzando antenne con un lobo di radiazione indirizzato esclusivamente alle zone in cui si richieda la connettività. Salute I livelli dei campi elettromagnetici dei dispositivi Wi-Fi sono molto più bassi dei telefoni cellulari, poiché il segnale emesso è tipicamente molto basso (100 milliwatt) sia dei router che delle schede di rete dei computer, le radiazioni sono ampiamente al di sotto di quelle considerate "pericolose". Inoltre, le frequenze utilizzate nei Wi-Fi sono sostanzialmente le stesse di quelle delle tradizionali frequenze radio. Sulla base degli studi finora effettuati, l'Health Protection Agency britannica non vede alcun motivo per cui il Wi-Fi non dovrebbe continuare ad essere utilizzato. Tuttavia, come qualsiasi nuova tecnologia, è ragionevole prendere precauzioni, come è accaduto con i telefoni cellulari, in attesa di ulteriori studi che approfondiscano la situazione. Esistono inchieste, tra cui quella di BBC Panorama, che investigano sulle accuse di alcuni scienziati secondo i quali lo smog elettromagnetico potrebbe provocare, a lungo termine, danni alla salute. In particolare va notato che le frequenze del Wi-Fi sono le medesime (seppur con potenze decisamente inferiori) usate dai forni a microonde e che permettono la cottura del cibo (2450 MHz). Oltre a questo effetto termico, i tecnici evidenziano la possibilità di un ulteriore effetto biologico non correlato all'aumento di temperatura ma comunque significativo. La trasmissione di Rai 3 Report, l'11-05-2008 ha riproposto l'inchiesta BBC ed ha documentato gli allarmi, specialmente in relazione ai danni che si possono creare a bambini ed a persone elettrosensibili, che chiedono a molte istituzioni nel mondo di impedire l'installazione di reti Wifi nelle scuole o negli asili. Secondo alcuni, durante questa inchiesta non sarebbero stati forniti dati numerici precisi e dettagli tecnici. La gran parte dei tecnici interpellati si sarebbero schierati esclusivamente sul versante dell'allarmismo e l'unico che invece ha dato una versione tranquillizzante in materia sarebbe stato tacciato di connivenza con le aziende del settore (in quanto in effetti costui ha lavorato per alcune di esse). La stessa BBC ha poi dichiarato che il trattamento degli intervistati non è stato equilibrato. Tuttavia, benché non fossero forniti dati assoluti, è stato evidenziato come negli ambienti chiusi le emissioni del WiFi fossero molto superiori a quelli della telefonia mobile: va infatti ricordato che le bande radio attualmente utilizzate nel sistema UMTS hanno frequenze molto vicine a quelle del Wi-Fi. Il governo tedesco nel 2007 ha deciso di informare i cittadini tedeschi dei possibili rischi per la salute causati dall’eccessiva esposizione alle radiazioni Wi-Fi. La decisione di Berlino segue l'apertura dell'inchiesta della Health Protection Agency (HPA) inglese, tesa a valutare gli effettivi pericoli di un utilizzo esteso del WiFi nelle scuole del Regno. Il portavoce del governo tedesco ha dichiarato «Non dimentichiamo che il Wi-fi è una tecnologia relativamente nuova, ancora da sviluppare. Mentre gli hot-spot pubblici hanno livelli ridotti di radiazioni, all'interno di ambienti domestici o di lavoro si può facilmente raggiungere una soglia critica». (wikipedia) Ultima modifica 02-11-2010

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Luciano Michieletto - Pagina creata il 06-02-2009, modificata il 18-12-2014